L’analisi grafologica come strumento di conoscenza.
E’ ormai noto che un’analisi grafologica, condotta attraverso una rigorosa prassi metodologica, permette una narrazione raffinata, profonda e sfaccettata dell’unicità della persona che scrive, delle sue caratteristiche temperamentali, dei suoi bisogni, risorse, fragilità, aspirazioni, attitudini e compiti evolutivi.
La comprensione di come questo accada passa attraverso la conoscenza dei processi neurofisiologici che intervengono nell’atto dello scrivere: l’attività grafica è infatti la risultante altamente raffinata e complessa di un processo dinamico che vede coinvolto l’intero sistema nervoso centrale e neuromuscolare periferico.
La scrittura, il disegno, ma più in generale un qualsiasi prodotto grafico, possono essere quindi considerate espressioni visibili nero su bianco di un atto estremamente complesso e le forme, siano esse lettere o scarabocchi, si fanno contenitori di contenuti profondi e personali e raccontano con minuzia di sfumature tutto ciò che la persona è.
E se ognuno di noi è la risultante di una complessa alchimia tra mente, corpo e psiche/anima, un’analisi grafologica ben condotta consente di riconoscere qual’è la forma mentis della persona e in base a quali mappe mentali decodifica la realtà che la circonda, verso cosa tende la sua affettività e come vive la sfera delle emozioni e degli affetti, come si sente rispetto alle aspettative degli altri, come la sua autostima la sostiene di fronte alle difficoltà e come si autorizza a difendere e a perseguire il proprio progetto esistenziale.
Del resto, così come non ci meraviglia che un dispiacere possa chiuderci lo stomaco o uno spavento provocarci un’intensa tachicardia – poiché sappiamo bene che il corpo si fa spesso palcoscenico di ciò che alberga nella nostra anima – non dovrebbe meravigliarci che il braccio, la mano, le dita di un bambino insicuro producano segni rivelatori, come tracciati tremolanti o filiformi o figure rifugiate in un angolo del foglio o forme spigolose, frettolose e disarmoniche.
Riconoscere attraverso uno scritto o un disegno quale possa essere la causa e l’entità del malessere del bambino è più facile ed immediato che decodificare un comportamento, un atteggiamento o un malessere fisico e la possibilità di comprendere in tempi brevi cosa stia succedendo permette di intervenire tempestivamente, di impedire che il malessere si radichi e di agevolare il ripristino delle le condizioni di serenità.
(di Anita Rusciadelli – luglio 2015)